PRENDE FORMA IL BANDO CHE REGOLAMENTERÀ L’OCM PROMOZIONE 2017-2018, CHE PREDILIGE I PICCOLI PROGETTI E LIMITA I PIÙ GRANDI: LA SOGLIA MINIMA PER ACCEDERE AI FINANZIAMENTI A 25.000 EURO, IL LIMITE MASSIMO PER PROGETTO SCENDE A 3 MILIONI DI EURO

Come verranno ripartiti i 101,9 milioni di euro dell’Ocm Promozione 2017-2018? Lo scopriremo quando il disegno di legge approderà in Parlamento, ma già domani lo schema di decreto arriverà alla Conferenza Stato Regioni, e dentro ci saranno qualche novità e qualche sorpresa, come emerso dagli incontri bilaterali di scena oggi al Ministero delle Politiche Agricole, dove le diverse rappresentanze della filiera del vino italiano sono state ricevute separatamente. Come emerso già dalla riunione tra il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ed i protagonisti del mondo enoico del 26 aprile, si va verso un abbassamento dello sbarramento della soglia minima per accedere ai finanziamenti: basterà presentare un progetto da 25.000 euro per concorrere ai fondi regionali. E, nonostante il feedback tutt’altro che positivo emerso all’ultimo incontro, il limite massimo sarà di appena 3 milioni di euro. Il che, in soldoni, vuol dire privilegiare proposte dimensionalmente meno strutturate.

La quota finanziabile, come sempre, non potrà superare il 50% del progetto, ed ogni azienda non potrà ricevere un premio complessivo superiore ai 3 milioni di euro. Confermata anche la finanziabilità di tutti i progetti che supereranno in graduatoria i 50 punti (su 100 totali), con i progetti dedicati ai Paesi emergenti e presentati da nuove realtà produttive che dovrebbero avere raccogliere punteggi più alti, anche se il peso di ogni criterio lo si scoprirà solo alla presentazione del bando (che dovrebbe arrivare, presumibilmente, e se tutto filerà liscio, a fine giugno).
Infine, una novità assai peculiare, che avrà certo bisogno di ulteriori chiarimenti: proprio la finanziabilità di tutti i programmi ritenuti ammissibili porterà, nel caso in cui la percentuale finanziata fosse ritenuta troppo bassa, alla possibilità, invece che di rinunciare, di rimodulare al ribasso il progetto presentato, senza però snaturarlo, così da abbassare la quota che l’azienda (o le aziende) dovranno investire di tasca propria.

FONTE: winenews.it