PARTE IL BALLETTO DELLE CIFRE SULL’EXPORT DI VINO ITALIANO: SECONDO COLDIRETTI NEL 2017 CHIUSURA A 6 MILIARDI DI EURO, NUOVO RECORD, IN CRESCITA DEL 7% SUL 2016. USA, GERMANIA E UK I PRINCIPALI MERCATI, CRESCITA IMPORTANTE IN RUSSIA E CINA

Nonostante diversi osservatori abbiano sottolineato come, nel 2017, la corsa delle esportazioni di vino italiano in mercati strategici come Usa, Germania e Uk abbia subito un certo rallentamento, almeno prima delle feste, l’anno appena chiuso, secondo Coldiretti, ha segnato un nuovo record per l’export enoico: 6 miliardi di euro, con una crescita del 7% sul 2016, secondo l’organizzazione agricola.
Nel 2017, sostiene la Coldiretti, le esportazioni avrebbero avuto” un incremento in valore del 6% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente anche se per il 2018 pesa l’impatto del supereuro che ha raggiunto il massimo da tre anni. L’aumento è stato del 3% in Germania al secondo posto e dell’8% nel Regno Unito che nonostante i negoziati sulla Brexit resta sul podio dei mercati italiani. In termini di aumento percentuale però la migliore performance con un balzo del 47% viene fatta registrare dalla Russia dove il vino è uno dei pochi prodotti agroalimentari Made in Italy non colpiti dall’embargo. Buona anche la crescita del 25% in Cina dove tuttavia la presenza rimane limitata rispetto ai concorrenti francesi che hanno superato quest’anno l’Italia anche sul mercato statunitense”.
A spingere la crescita del vino italiano – sottolinea ancora la Coldiretti – sono soprattutto le bollicine che fanno registrare un aumento delle vendite all’estero del 15% in valore nel 2017 con il record storico dell’esportazioni all’estero vicino a 1,2 miliardi.
“Tra le novità di quest’anno – continua la Coldiretti – si registra nel 2017 anche la svolta sulle tavole degli italiani con un aumento record degli acquisti delle famiglie trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%), secondo l’ analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea del primo semestre dalla quale si evidenzia che, dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualità come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni (-4%). Dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono più che dimezzati toccando il minimo storico dall’unità di Italia con una stima di 33 litri a persona alla anno, il calo – sottolinea la Coldiretti – si è arrestato anche se i livelli nazionali restano di molto inferiori a quelli della Francia dove il consumo di attesta sui 45 litri”.
“Il futuro del made in Italy dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo”.
“La crescita all’estero, in valore ed in volume, è una ottima premessa dopo una vendemmia che – dice ancora la Coldiretti – si è classificata tra le più precoci e scarse del dopoguerra con un taglio della produzione del 26% rispetto allo scorso anno. Addio nel 2018 dunque ad una bottiglia di vino Made in Italy su quattro, anche se l’Italia mantiene comunque il primato mondiale tra i produttori, davanti alla Francia, con circa 40 milioni di ettolitri destinati – precisa la Coldiretti -per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola”.

FONTE: winenews.it