“Wine2Wine”, Forum del business del vino – Facebook Live, Ustream e l’Influencer Marketing: ecco “I 3 trend più caldi del momento nel Digital Marketing”, raccontati da Gino Colangelo, Juliana Colangelo e Claire Hennessy della Colangelo & Partners
Verona – 07 Dicembre 2016, ore 16:33
Gino Colangelo, fondatore della Colangelo & Partners Il marketing non vive più solo sui canali tradizionali, ma passa sempre più spesso per i social media, il mezzo migliore per raggiungere le nuove generazioni, quei Millennials che, almeno negli Stati Uniti, sono diventati i più grandi consumatori di vino. Una galassia sconfinata, che nel 2018 conterà 2,5 miliardi di utenti da tutto il mondo, tra Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, soggetta a continui cambiamenti ed evoluzioni, in continua e reciproca contaminazione, che il settore enoico non può permettersi di sottostimare, anche a costo di investimenti importanti. Ma quali sono “I 3 trend più caldi del momento nel Digital Marketing”? Facebook Live, Ustream e l’Influencer Marketing, come hanno raccontato, a “Wine2Wine”, il forum del business del vino di Vinitaly, di scena oggi a Verona, Gino Colangelo, Juliana Colangelo e Claire Hennessy della Colangelo & Partners Public Relations.

“Facebook Live – spiega Juliana Colangelo – è l’ultima novità di Facebook (www.facebook.com), offre la possibilità di andare in diretta video sul più popolare dei social network, senza alcun tipo di applicazione. Basta uno smartphone, non ha alcun costo, ed i contenuti vengono visualizzati in media tre volte più a lungo. È perfetta per condividere eventi e momenti di pr con il resto del mondo, ma è importante avere sempre le idee ben chiare: si parte da un concetto, si sviluppa un piano, si fa promozione, e poi in diretta. Noi, ad esempio, abbiamo organizzato una diretta sul bicchiere giusto per ogni vino, l’abbiamo promossa ed abbiamo raggiunto risultati enormi: 3,8 milini di persone raggiunte, 20.000 visualizzazioni, 52 condivisioni. Oppure, la vendemmia di Fontanafredda in diretta, tenendo conto del fuso con gli Usa, un modo diverso di promuovere un’azienda, con il quale sono state raggiunte 5.000 persone, con 93 reazioni, senza spendere un euro”.


Ma non c’è solo Facebook, ed anche se il concetto non si distanzia poi molto, su Twitter (www.twitter.com) stanno ricevendo un successo enorme le degustazioni virtuali, rivolte ai media, attraverso la piattaforma Ustream. “Si può presentare una verticale – dice Claire Hennessy – come una singola bottiglia, magari l’ultima annata di un vino, l’importante è che interessi chi scrive di vino. Si possono mandare degli inviti a chi pensiamo che possa essere interessato, di solito è rivolta a 10-12 giornalisti, ma è aperta a tutti. Si può fare in cantina come in un ristorante, non c’è un format. Il costo anche in questo caso è minimo: bastano un pc ed una telecamera, oltre all’account Ustream, che ha un costo irrisorio. E poi c’è la possibilità di usare un hashtag per lanciare la diretta nei giorni e nelle settimane che precedono la messa in onda. Sono iniziative molto popolari, che coinvolgono i media di settore, con blogger e giornalisti, che hanno un grande seguito su Twitter: la cosa migliore, in questo senso, è puntare su chi ha almeno 10.000 followers. Il moderatore deve conoscere i vini e saper interagire, perché via Twitter arrivano le domande, è questo il bello. Sembra scontato – continua Claire Hennessy – ma è importante che sia in inglese se rivolto ai media Usa. L’abbiamo fatto anche con Lamberto Frescobaldi, dal soggiorno di casa sua, mentre la verticale del Consorzio del Montefalco ha raggiunto un pubblico di 170.000 account, per 753.000 impressions in un’ora”.

Infine, c’è l’Influencer Marketing, che ha in Instagram (www.instagram.com) la sua piattaforma d’elezione. “Ci si rivolge – riprende Juliana Colangelo – agli influencer che si occupano di lifestyle, seguiti, su Instagram, da decine di migliaia di persone, che gli riconoscono un’enorme fiducia. Invece che guardare una pubblicità, ormai, si guarda a cosa fa l’influencer, a cosa beve, e lo si imita. È un’operazione che ha molto a che vedere con le pubbliche relazioni classiche. Il pubblico di influencer cambia in base al brand che vogliamo comunicare, se si parla di piccola scala si possono coinvolgere sommelier o chef, ma anche il mondo dei viaggi se si vogliono attirare visitatori in cantina. Possiamo invitarli agli eventi – continua Juliana Colangelo – come si fa con la stampa, ai press tour, a seminari, in cantina, o semplicemente sponsorizzando eventi dell’influencer stesso. Con 10 influencer si possono raggiungere milioni di consumatori. È perfetto per il posizionamento del brand. Apartment Bartender ha 22.000 follower su Instagram, ed ha avuto 573 like per la foto di un cocktail fatto con un Rhum ben preciso, con un gran numero di reactions: basta poco ed il risultato è enorme. E non dimentichiamo Vivino (www.vivino.com), una comunità di 21 milioni di utenti, di cui alcuni con decine di migliaia di follower, diventato ormai un social a tutti gli effetti. Anche le cantine possono avere il loro profilo e interagire con gli utenti. Il messaggio chiave è che vanno capiti i pubblici, gli obiettivi, scegliendo i driver adeguati ed investire bene nelle risprse grafiche e creative. Ci vuole qualcuno in squadra in grado di farlo e di interfacciarsi con chi fa Pr, perché le attività tradizionali non vanno assoultamente abbandonate. L’integrazione – conclude Juliana Colangelo – è un elemento chiave, tra piattaforme social come tra new media e pubbliche relazioni classiche”.
FONTE: winenews.it