CON LA DELIBERA DELLA COMMISSIONE NAZIONALE ITALIANA PER L’UNESCO, È UFFICIALE LA CANDIDATURA PER IL 2017-2018 NELLA LISTA DELL’UNESCO DEI PATRIMONI MONDIALI DELL’UMANITÀ DEL PAESAGGIO VITIVINICOLO DEL PROSECCO DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE


Con la delibera all’unanimità della Commissione Nazionale italiana per l’Unesco, è ufficiale la candidatura italiana per il 2017-2018 nella Lista dell’Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità del paesaggio vitivinicolo del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che riguarda l’area compresa tra Valdobbiadene e Conegliano, che racchiude la zona di produzione del Prosecco Docg.

Le Colline del territorio candidato, sottolinea il Ministero delle Politiche Agricole, vero motore dell’iter che potrebbe portare, tra un anno, al secondo territorio vitivinicolo italiano nella lista dell’Unesco, sono un esempio di paesaggio culturale evolutivo, caratterizzato cioè da un processo continuo, evolutosi nella storia, attraverso il quale la comunità locale, la sua cultura artistica e le tecniche produttive si sono organizzate in risposta a caratteristiche dell’ambiente fisico del tutto particolari.


“Con questa candidatura – ha commentato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – vogliamo affermare il grande valore culturale e ambientale che la nostra agricoltura riveste in special modo in territori eccezionali come le colline di Conegliano e Valdobbiadene. Allo stesso tempo rafforziamo il posizionamento a livello di mondiale di una delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese”.

Focus – I numeri del territorio del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
Nella zona si estendono circa 5.000 ettari di vigneto su cui operano oltre 3.000 agricoltori. 20 poli museali, numerosi itinerari di interesse a carattere storico ed enogastronomico, tra cui la prima strada del vino inaugurata nel 1966. Sono 79,2 milioni le bottiglie di vino certificato come Docg, corrispondente a 593.798 ettolitri, prodotte nel 2014 in centinaia di unità produttive caratterizzate prevalentemente da piccole aziende agricole.

FONTE: winenews.it