“La necessità di semplificazione burocratica e amministrativa è uno dei motivi per cui è nato questo Governo e quindi tutte le iniziative legislative che vanno in questa direzione non possono che essere positive. La proposta di un testo unico delle norme sul vino è un’ottima base di partenza, che può dare slancio ad un comparto che con i suoi numeri traina davvero il Made in Italy agroalimentare. Il fatto che sia la filiera a proporre questo intervento è un’ulteriore notizia positiva, perché è il segno di un dialogo tra Istituzioni e imprese che va reso concreto ed efficace. La politica deve essere in grado di fare proprie le richieste di chi fa impresa e crea posti di lavoro, oggi più che mai. Invito quindi i Presidenti Sani e Formigoni e le Commissioni agricoltura di Camera e Senato a ragionare su questa opportunità per il settore vinicolo. Da parte mia assicuro che terremo conto del documento e solleciterò gli uffici del Ministero, che già si occupano di questo tema, a lavorare in tal senso”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato la bozza di “Testo unico della vite e del vino”, documento che unifica tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, presentato oggi da Agrinsieme, Unione italiana vini, Federvini, Assoenologi e Federdoc e consegnato ai Presidenti delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato, Sani e Formigoni.

“La proposta – afferma Pietro Iadanza, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino – è da accogliere con favore. Meno burocrazia per le aziende vitivinicole è una delle proposte che abbiamo più volte rilanciato ai vari ministri per le politiche agricole che si sono succeduti frequentemente! Ci auguriamo che questa sia la volta buona. Lo abbiamo ribadito anche in occasione di una nostra audizione presso la Commissione Agricoltura del Senato un anno fa”.

L’obiettivo del “testo unico della vite e del vino”, è unificare tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, attualmente contenute in svariati testi normativi, e sburocratizzare quanto più possibile il settore. Il testo, che passerà ora all’esame del Parlamento, oltre ad unificare le disposizioni normative, punta anche ad una reale semplificazione dei procedimenti, attraverso un coordinamento e un’armonizzazione delle diverse fonti. “Il susseguirsi di provvedimenti, a livello comunitario, nazionale e regionale, ha di fatto creato nel corso degli anni un coacervo normativo – si legge in una nota di Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare) – molto intricato ed eccessivo: dalla coltivazione in vigna, alla produzione di vino, fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione dei prodotti, le imprese devono ottemperare ad un numero insostenibile di obblighi.

Per questo, le Organizzazioni del settore si sono fatte promotrici del testo unico finalizzato ad accompagnare, dalla produzione fino alla movimentazione e alla vendita, i prodotti che hanno origine dalla lavorazione delle uve e a disciplinare l’attività dell’intero ciclo economico con le relative implicazioni normative di interesse settoriale e generale. I principali testi di riferimento sono stati la legge 82/2006, il decreto legislativo 61/2010 e il decreto legislativo n. 260/2000.

Il testo unico è articolato in otto capitoli: le “definizioni” del settore, la produzione viticola, la produzione dei mosti e dei vini, la produzione dei vini a denominazione di origine controllata, la produzione degli aceti, la commercializzazione e l’etichettatura, i controlli e le sanzioni. Con il testo unico le organizzazioni di rappresentanza della filiera vitivinicola hanno inteso dare un contributo concreto alla soluzione dei problemi di uno dei settori più importanti del made in Italy agroalimentare. La sburocratizzazione e semplificazione delle norme e degli adempimenti a cui devono rispondere le aziende del settore è infatti da tempo una delle esigenze maggiormente avvertita dai produttori vitivinicoli”.

FONTE: cittadelvino.it