Anche senza averla osservata di persona, è quasi impossibile non aver notato gli effetti del fenomeno celeste che nella notte di ieri ha reso la Luna il 14% più grande e il 30% più luminosa del solito: tra fotografie, filmati e mass media, lo spettacolo globale è stato davvero notevole, e, secondo quanto riportato da “Decanter” (www.decanter.com), potrebbe anche influenzare le piante di vite – o almeno, così sarebbe secondo i principi della viticoltura biodinamica, nei confronti della quale, generalmente parlando, si oscilla tra fede e scetticismo.
Secondo Monty Waldin, esperto di biodinamica consultato dal magazine Uk, sono proprio i principi della scuola steineriana a massimizzare gli effetti della “Super-Luna”: “saranno i vini biodinamici a risentirne maggiormente”, ha dichiarato, “proprio perché quella biodinamica è l’unica agricoltura che considera le viti come parte di una sfera celeste più vasta”. Successivamente, Waldin ha individuato due fenomeni, speculari e complementari, che potrebbero essere stati innescati dal fenomeno, ovvero un “umore invernale” – che porterà una maggior quantità di linfa alle radici, rendendo i bianchi meno fruttati e aromatici e i rossi più tannici, e che è dovuto alla vicinanza del satellite alla Terra – e un “umore estivo”, generato invece dal riflesso della luce del Sole sulla superficie lunare (e che, stando a Waldin, avrà invece l’effetto di rendere i vini più fruttati, e i rossi più rotondi e corposi). Inoltre secondo Thomas Duroux, ad del produttore biodinamico Château Palmer, “la super-Luna potrebbe essere benefica per la forza vitale dei nostri 2016, che stanno completando la fermentazione malolattica, e potrebbe rendere i batteri più attivi. Sarebbe stato molto diverso se fosse avvenuta in primavera, perché avrebbe causato un incremento tangibile della presenza di muffe”. Inoltre, ha aggiunto Bérénice Lurton, sua collega presso Château Climens, “se fosse successo in primavera, saremmo stati messi sotto pressione dalle muffe, dato che la combinazione di luna piena e perigeo lunare (ovvero la massima vicinanza alla Terra, ndr) avrebbe avuto un effetto sull’afflusso di acqua nel suolo e nelle piante, e le viti in particolare sono molto sensibili a questo processo”.
Certo, rimane il fatto che tutti questi pareri sono fondati su principi e linee guida prive di alcun riscontro scientifico – ma, d’altro canto, la “super-Luna” potrebbe essere un motivo in più per toccare con mano i risultati dei principi biodinamici, o anche la loro inconsistenza. Specie se si considera che il prossimo fenomeno lunare di questa portata e rilevanza accadrà non prima del 2034…
FONTE: winenews.it
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