IN SUDAFRICA RIEMERGONO LE “VITI FANTASMA”. LA PIÙ DURA CRISI DI SICCITÀ DA UN SECOLO A QUESTA PARTE HA CAUSATO LO SVUOTAMENTO DELLA DIGA DI THEEWATERSKLOOF, RIPORTANDO ALLA LUCE QUESTI ANTICHI VIGNETI SACRIFICATI DALL’UOMO NEL NOME DEI SUOI BISOGNI
L’uomo e i suoi bisogni modificano l’ambiente che lo ospita. E spesso l’uomo si lascia dietro una scia di morte e distruzione dell’ambiente e dei suoi abitanti: animali e piante. Ed è proprio questa la storia dei vigneti riemersi dall’acqua, in Sudafrica. La regione di Villiersdorp ospita la diga di Theewaterskloof, costruita 40 anni fa per fornire acqua all’intera regione, in ginocchio per la siccità, come riporta “The Drink Business”. Adesso, che di acqua nella diga non ce n’è più, sono riemersi antichi vigneti. La notizia della venuta alla luce di queste antiche piante, oramai morte, ha attirato l’attenzione del viticoltore e appassionato di antichi vigneti Jaco Engelbrecht, che è partito per documentare e approfondirne le origini. Dalle sue ricerche è emerso che i vigneti facevano parte della fattoria Zeekoekraal, e che i vigneti sono molto antichi: la fattoria risale ai primi dell’800.
Engelbrecht ha rintracciato uno dei fattori che ha lavorato quella vigna, e ha promesso di fornire maggiori particolari sulla sua storia. Nel frattempo, ha dovuto ammettere che la distruzione della fattoria è stata necessaria, essendo “il Sudafrica un Paese semi – arido e di recente il livello delle piogge è ben al di sotto della media. Se questa diga non fosse stata ampliata, ormai la nostra acqua sarebbe esaurita”. Attualmente il Paese sta soffrendo una terribile siccità, dichiarata addirittura peggiore di quella del 1904.
Camminare in mezzo a quell’antico vigneto, per Engelbrecht, suscita emozioni davvero contrastanti. Da una parte, fanno pensare immediatamente alla tradizione vitivinicola del Sudafrica, passata e presente; ma dall’altra fanno riflettere sul vino strutturato che producevano quelle viti, molto diverso da quello fruttato dei giovani vitigni. Ma Engelbrecht fa anche una riflessione filosofica su questa storia: le “viti fantasma” infatti “sono l’incarnazione degli eroi caduti che hanno dovuto fare spazio al nostro modo di vivere distruttivo. Esse rappresentano la società e la mancanza di sentimento e di empatia che abbiamo per gli alberi, l’acqua e la madre terra”. Ma rappresentano anche “la speranza che un movimento come Old Vine Project possa essere in grado di salvare altri vecchi vigneti e conservarli per le generazioni future”.
FONTE: winenews.it
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