PRIORITÀ ALLE AZIENDE VITIVINICOLE SOTTO I 20 ETTARI DI SUPERFICIE: IL VENETO ANNUNCIA NUOVI CRITERI PER L’ASSEGNAZIONE DEI DIRITTI PER NUOVI IMPIANTI NEL 2017, DOPO I NUMERI DEL 2016, QUANDO CI FURONO DOMANDE PER 34.677 ETTARI SU 805 DISPONIBILI

Dopo la mezza “Caporetto” del 2016, primo anno di applicazione del nuovo regime per le autorizzazioni di impianto dei vigneti, che aveva visto arrivare 12.500 domande per un totale di 66.000 ettari, rispetto ai 6.300 disponibili (di cui solo 7.400 ettari, l’11% richiesti da aziende del settore vitivinicolo, mentre la maggior parte, 57.000, erano stati richieste da aziende attive nel settore del seminativo, come consentito dalla legge, ndr), il Veneto, Regione tra le più importanti d’Italia per il settore, segna la rotta e anticipa i tempi per i bandi 2017, con la Giunta Regionale che ha approvato i criteri di priorità per autorizzare le nuove superfici vitate, dando la precedenza proprio alle aziende vitivinicole di medio piccole dimensioni. A comunicarlo l’assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, autore del provvedimento che dovrà regolare i nuovi impianti di vite da vino, ora trasmesso al Ministero per le politiche agricole. D’altronde, proprio il Veneto era la Regione che aveva visto il maggior eccesso di richieste (con domande arrivate per 34.677 ettari sugli 805 disponibili).

“Rispetto allo scorso anno, quando il sistema adottato ha consentito di soddisfare appena il 2,5% delle superfici richieste, cioè 250 metri quadrati per ogni ettaro richiesto dai viticoltori veneti – spiega l’assessore Pan – il Veneto, in accordo con le organizzazioni professionali del settore, ha comunicato al Ministero per le politiche agricole che quest’anno applicherà un limite massimo per domanda, pari alla media delle superfici richieste, qualora le richieste ammissibili superino di tre volte la superficie disponibile”.
Il sistema autorizzativo adottato dalla Giunta regionale per l’anno in corso, dunque, assegna criteri di priorità alle aziende viticole che, al momento della presentazione della domanda di nuovi impianti, hanno una superficie totale aziendale compresa tra 0,5 e i 20 ettari e la cui superficie vitata non fruisca delle esenzioni previste dal regolamento Ue 2015/560.
“Il sistema viticolo veneto – prosegue Pan – è caratterizzato da una grande dinamicità e dalla continua crescita del proprio potenziale produttivo e necessita, quindi, di un sistema autorizzativo che riconosca e promuova il tessuto aziendale tipico della nostra regione, fatto di aziende di medio-piccole dimensioni che garantiscono una gestione attenta delle colture e il rispetto dell’impatto ambientale. I criteri in vigore sino al 2016, invece, hanno favorito concentrazioni e fenomeni di accaparramento delle autorizzazioni”.
Un correttivo importante, quello indicato dalla Regione Veneto, anche se, come richiesto più volte da diverse organizzazioni di categoria, da Unione Italiana Vini a Federvini, è l’intero sistema comunitario, probabilmente, ad avere bisogno di una revisione, perchè il limite massimo dell’1% di aumento di superficie consentito ad ogni Paese Membro dal regolamento europeo, secondo molti, non è sufficiente. Tema che è stato al centro anche del recente incontro tra il Ceev – Comité Européen des Entreprises Vins, che mette insieme più di 7.000 imprese ed il 90% dell’export del vino europeo (che vede alla vicepresidenza l’italiano Domenico Zonin) e il Commissario all’Agricoltura dell’Unione, Phil Hogan, che ha dimostrato grande apertura ma che è stato anche molto chiaro: di eventuali ritocchi al regolamento se ne parla solo dopo il 2020, ovvero quando finirà il ciclo della Pac attualmente in vigore.

FONTE: winenews.it